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La pioggia di falsi tweet della propaganda russa sull’attentato a Mosca

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(@matteo-pugliese)
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Nella serata di sabato 23 marzo, gli utenti italiani di X che avevano condiviso contenuti con alcune parole chiave hanno iniziato a sperimentare un fenomeno inedito per scala e intensità. È bastato inserire nei tweet termini come Mosca e Ucraina per essere letteralmente tempestati da commenti originati da centinaia di bot (account automatici falsi), tutti creati a marzo 2024, con zero follower o following, che condividevano a loro volta tweet di altri bot per incolpare l’Ucraina dell’attentato terrorista alla sala concerti della capitale russa.

Questi ultimi account hanno tutti biografie che fanno riferimento alle criptovalute e hanno twittato solo due volte: la prima circa sei giorni fa parlando di Bitcoin, la seconda con un’immagine del teatro moscovita in fiamme e una riga di questo tenore: «Sorprendente come il regime di Kyjiv possa permettersi queste atrocità. Dovrebbero essere responsabili», «Il regime di Kyjiv dovrebbe essere tenuto responsabile per i massacri. Non ci sono scuse», oppure, ancora, «Il governo di Kyjiv non dovrebbe essere esentato dalla responsabilità per i massacri».

Già leggendo queste frasi, ci si accorge che siano traduzioni automatiche con un uso innaturale di verbi e sintassi. I tweet italiani sono accompagnati da un link che reindirizza a un articolo del sito Il Corrispondente che recita: «Il regime di Kyjiv è direttamente responsabile del massacro del Krokus. L’Ucraina è diventato il centro globale per il reclutamento e l’addestramento delle cellule terroristiche da parte di Stati Uniti e Gran Bretagna […] L’Ucraina andrebbe considerata come la principale responsabile dell’attentato terroristico». Il Corrispondente era già stato smascherato come testata giornalistica con registrazione falsa, gestita da Amedeo Avondet, propagandista filorusso noto per i suoi legami con gli apparati di intelligence di Mosca. Fu infatti Il Corrispondente a confermare l’identità del pilota russo assassinato in Spagna da sicari del Cremlino, eppure è ancora online.

Poco dopo, si è scatenata un’altra ondata di spam generata da bot con tweet in tedesco, in tutto simili a quelli in italiano, dopo ancora sono arrivati quelli in francese. Oltre a condividere una bio che richiama le criptovalute e gli Nft, buona parte degli account fasulli mostra località degli Stati Uniti, scelte appositamente per sviare l’origine reale delle centinaia di bot. Evidentemente chi ha organizzato l’operazione ha inserito una lista di termini legata all’attentato rivendicato dallo Stato Islamico del Khorasan e alla guerra in Ucraina.

Si tratta di un esempio da manuale di Coordinated Inauthentic Behaviour, una tattica di manipolazione dei flussi su un social network per generare un alto traffico e far diventare tendenza dei contenuti falsi. L’intelligence russa – sia il Gru che l’Fsb – l’ha già impiegata ampiamente per spingere le proprie narrazioni strategiche sulla guerra in Ucraina, così come nelle elezioni americane e di altri Paesi occidentali. Tuttavia, si tratta forse della prima volta che questa tecnica viene adoperata in modo così massiccio e intensivo nei confronti del pubblico italiano. È chiaro che si tratti di una misura attiva russa tesa a inquinare lo spazio informativo dell’opinione pubblica italiana e di altri Paesi europei con una teoria cospirazionista infondata. Secondo il sito di giornalismo investigativo Meduza, il Cremlino ha ordinato ai media di regime di enfatizzare la tesi dell’Fsb sul coinvolgimento ucraino nell’attentato jihadista, citato anche dal dittatore russo nel suo discorso.

A tal proposito è facile notare un parallelismo con le bombe esplose nei palazzi di varie città russe nel 1999. A Ryazan tre agenti dell’Fsb furono colti sul fatto mentre piazzavano l’esplosivo in un condominio e si giustificarono parlando di un’esercitazione antiterrorismo. Questa crisi servì al neoeletto Putin per scatenare attacchi brutali sui separatisti in Cecenia e Daghestan, indicati come responsabili degli attentati. Così come nel 2002 la presa di ostaggi da parte di terroristi ceceni al teatro Dubrovka di Mosca. Putin approfittò di questi eventi per inasprire i bombardamenti su Grozny e avallare massacri della seconda guerra cecena ben descritti da Anna Politkovskaja.

La tempesta di bot italiani si inserisce in un’offensiva più ampia di guerra ibrida del Cremlino verso l’Italia. Oltre a lanciare siti di pura disinformazione come Il Corrispondente di Avondet, ha ingaggiato influencer italiani per eventi a Mosca e Sochi con Putin, come Ornella Muti, sua figlia Naike, Jorit, il pianista Lorenzo Bagnati, Pupo, che insieme superano il milione di follower solo su Instagram. Giovani studentesse italiane all’università MGIMO come Irene Cecchini e Camilla Trogu si sono prestate alla normalizzazione e sdoganamento della dittatura, prontamente rilanciata dall’ambasciata russa a Roma.

L’intelligence italiana, nella sua relazione annuale al Parlamento, aveva infatti avvertito che «la Russia alimenta campagne multivettoriali in danno dell’Italia», ma c’è ancora scarsa consapevolezza della minaccia da parte di molti giornalisti e dell’opinione pubblica in generale. Nonostante parlamentari di Pd, Forza Italia e Fratelli d’Italia abbiano partecipato a un evento sulla disinformazione russa organizzato a Roma dalle ambasciate di Polonia, Paesi Baltici e Ucraina, la politica non sembra ancora considerare prioritaria un’agenzia di monitoraggio, intelligence e contrasto del fenomeno, come hanno invece fatto Francia, Svezia e altri Paesi.

 
Pubblicato : 25 Marzo 2024 05:45