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Professori e alunni possono stringere amicizia su Facebook?

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(@redazione)
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Un dibattito acceso riguarda la possibilità di amicizia su Facebook tra insegnanti e studenti: cosa dice la legge. Cosa può prevedere il regolamento d’istituto?

L’avvento dei social media ha portato a nuovi dilemmi etici, soprattutto nel contesto scolastico. Tra i quesiti emergenti: professori e alunni possono stringere amicizia su Facebook o altre piattaforme come Instagram o addirittura TikTok?

Perché alcune scuole vietano l’amicizia su Facebook tra docenti e alunni?

Un istituto ligure ha stabilito, attraverso una circolare, che gli insegnanti non possono stringere amicizia con gli alunni su Facebook. Tuttavia, la legge non impone un divieto del genere. L’istituto non può proibire ai docenti di avere un profilo Facebook solo perché sono dipendenti pubblici: ciò rappresenterebbe una limitazione della libertà personale che solo una legge statale potrebbe disporre, non certo un regolamento d’Istituto. Ma può, in teoria, la circolare potrebbe vietare le amicizie tra docenti e studenti disponendo, in caso di violazione, sanzioni di tipo disciplinare e nient’latro.

Quali sono i vantaggi dell’amicizia tra docenti e studenti sui social?

Non tutto ciò che riguarda le amicizie virtuali tra insegnanti e studenti è negativo. Infatti, i social possono servire come uno strumento di apprendimento, consentendo agli insegnanti di condividere messaggi positivi, rimanere in contatto al di fuori dell’orario scolastico e offrire ulteriori spiegazioni sui programmi. Possono inoltre fornire esempi concreti di comportamento post-scolastico ai propri alunni, insegnando loro come si vive.

Quali sono i rischi di un’amicizia virtuale tra docente e alunno?

Nonostante i potenziali benefici, l’amicizia su Facebook potrebbe portare a un rapporto di eccessiva confidenza, compromettendo l’autorevolezza dell’insegnante. Una volta offline, ciò potrebbe tradursi in problemi relazionali e di gestione in classe.

C’è poi il rischio di intrattenere relazioni affettive che spesso nascono dai social.

Sotto un profilo disciplinare il professore potrebbe essere sanzionato (con il licenziamento o l’allontanamento) se crea una relazione di tipo affettivo con una alunna. O viceversa, se a farlo è una professoressa con un alunno.

Senza dimenticare che se i due hanno un rapporto sessuale e l’alunno ha meno di 16 anni, si configura il reato. Difatti in Italia la cosiddetta “età del consenso” – quella cioè a partire dalla quale è possibile avere liberamente rapporti sessuali con persone più grandi – è 14 anni ma se la persona più adulta è un professore o docente l’età del consenso si alza a 16 anni.

Quindi un prof che ha un rapporto con un alunno commette reato se questo ha 15 anni o è più piccolo. Non risponde invece del reato se l’alunno ha almeno 16 anni ma resterebbe ferma l’eventuale responsabilità di tipo disciplinare.

A ben vedere ciò che conta non è tanto l’amicizia, che potrebbe peraltro essere utilizzata magari proprio per scopi scolastici: l’insegnante potrebbe usare i social per dare messaggi positivi agli alunni o semplicemente per restare in contatto anche dopo l’orario scolastico in merito ai programmi e all’apprendimento di essi, ad esempio per dare spiegazioni ulteriori.

Cosa ne pensa il mondo scolastico?

Il dibattito è acceso. Molti credono che l’amicizia su Facebook tra professori e studenti possa erodere l’autorevolezza dei docenti. Altri ritengono che, se gestito correttamente, possa favorire l’apprendimento.

Lo psichiatra Gustavo Pietropolli Charmet si dichiara favorevole all’uso di Facebook e dei social network in generale per motivi connessi allo studio, in quanto “la relazione con gli studenti deve essere educativa; il controllo è sull’apprendimento, non sulle emozioni”.

Cosa ne pensano gli studenti?

Alcuni studenti vedono Facebook come un modo per gli insegnanti di controllarli, temendo possibili conseguenze sulle valutazioni o giudizi basati su ciò che postano.

Come dovrebbero comportarsi gli insegnanti su Facebook?

Un insegnante deve mantenere standard comportamentali sia offline che online. Ecco alcuni suggerimenti:

  • bisogna essere consapevoli che ciò che si pubblica è visibile a tutti. Perciò bisogna dare l’esempio: condividere contenuti educativi e rispondere con cortesia;
  • bisogna usare le impostazioni di privacy per filtrare ciò che gli studenti possono vedere e ciò che invece dovrebbe restare loro nascosto;
  • è sempre meglio usare gruppi e pagine per interagire con gli studenti: queste funzionalità offrono una comunicazione sicura e trasparente.

In conclusione, la questione rimane complessa in assenza di una espressa regolamentazione legale. Mentre la tecnologia offre nuove opportunità di apprendimento, è fondamentale che docenti e studenti navigano in questo mondo digitale con consapevolezza e responsabilità.

 
Pubblicato : 27 Ottobre 2023 07:20