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Spetta la disoccupazione se mi licenzio per motivi familiari?

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(@angelo-greco)
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Si può ottenere l’indennità di disoccupazione (NASPI) se si è costretti a dimettersi per ragioni indipendenti dalla propria volontà?

Una domanda frequente tra i lavoratori è se sia possibile ricevere l’assegno di disoccupazione in seguito a un licenziamento volontario per motivi familiari. In questo articolo, cercheremo di comprendere le basi della normativa che disciplina la Naspi, ossia l’assegno di disoccupazione, e le possibili alternative per chi si trova in questa situazione.

Cosa succede se mi licenzio volontariamente per motivi familiari?

Se decidi di lasciare volontariamente il tuo lavoro per motivi familiari, non avrai diritto all’indennità di disoccupazione. Questo perché la legge prevede che la Naspi sia erogata solo in caso di:

  • licenziamento (anche se per giusta causa);
  • dimissioni per giusta causa.

Cosa si intende per dimissioni per giusta causa?

La giusta causa che deve sorreggere le dimissioni per garantire il diritto alla disoccupazione deve dipendere non già da un fatto rientrante nella sfera del lavoratore ma da un comportamento colpevole del datore di lavoro. Quest’ultimo deve infatti aver violato il contratto rendendo intollerabile la prosecuzione del rapporto. Esempi di dimissioni per giusta causa sono:

  • l’omesso versamento di due o più mensilità;
  • l’omesso versamento dei contributi previdenziali;
  • atteggiamenti mobbizzanti, violenze, maltrattamenti, avances;
  • demansionamento;
  • trasferimento non motivato da ragioni organizzative o produttive;
  • omessa predisposizione delle misure di sicurezza sul lavoro;
  • riduzione delle ore contabilizzate in busta paga rispetto a quelle effettivamente svolte;
  • negazione dei diritti del lavoratore (ferie, permessi, riposi, indennità, ecc.).

Come visto dunque i motivi familiari non rientrano nelle dimissioni per giusta causa. Non lo sono neanche i motivi di salute oggettivi e invalidanti, come vedremo qui di seguito.

Perché il licenziamento volontario esclude dall’indennità di disoccupazione?

La logica dietro questa regola è che l’indennità di disoccupazione è pensata come un sostegno per chi perde il lavoro contro la propria volontà. Un atto di dimissioni volontarie, anche se motivate da ragioni personali o familiari, non rientra in questa categoria. Tant’è vero che la legge esclude il diritto alla disoccupazione per chi è costretto a licenziarsi per ragioni di salute, in quanto incompatibili con le mansioni. In tali casi, l’atteggiamento migliore è chiedere un ricollocamento in altri ruoli: sarà il datore, qualora ciò non sia possibile, a licenziare il dipendente. E solo in tale caso spetterà l’assegno di disoccupazione.

Esistono eccezioni alla regola?

Non esistono eccezioni alla regola secondo la quale il licenziamento volontario esclude dall’indennità di disoccupazione. Tuttavia, in alcuni casi, potrebbero essere disponibili altri tipi di supporto o indennità specifiche, a seconda della situazione familiare o personale. In ogni caso, il dipendente che si faccia licenziare, anche se per un comportamento gravemente colpevole, avrà diritto alla Naspi. Non importa se il licenziamento è stato determinato da una condotta volontaria.

Quali alternative ho se mi licenzio per motivi familiari?

Se ti trovi nella necessità di lasciare il lavoro per motivi familiari, potresti considerare altre forme di sostegno, come l’assistenza sociale, eventuali indennità per i caregiver familiari, o la ricerca di un’occupazione più flessibile o part-time che si adatti meglio alle tue necessità.

Posso negoziare una soluzione con il mio datore di lavoro?

Una possibile soluzione potrebbe essere discutere la situazione con il tuo datore di lavoro. Alcune aziende potrebbero essere disposte a considerare soluzioni come il congedo non retribuito o altre forme di flessibilità lavorativa.

Inoltre, come anticipato, il dipendente potrebbe chiedere al datore di lavoro di farsi licenziare per ragioni collegate ad esempio alla produzione o all’organizzazione o anche per motivi disciplinari. In entrambi i casi si avrà diritto alla Naspi.

 
Pubblicato : 11 Gennaio 2024 07:00