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Rimozione articolo giornale online

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(@angelo-greco)
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Diritto all’oblio: la guida per cancellare i dati da Google e da internet gratis.

Può capitare di scoprire che il proprio nome è menzionato all’interno di un sito internet, un blog, un aggregatore di notizie o qualsiasi altro giornale online. Di solito ciò avviene nell’ambito di servizi di cronaca o di gossip. Tuttavia è diritto dell’interessato chiedere la cancellazione della notizia o la sua deincidizzazione quando ormai è passato molto tempo dal fatto. È ciò che si chiama «diritto all’oblio», un diritto che solo di recente è stato riconosciuto dal regolamento europeo sulla privacy. 

Tuttavia la rimozione dell’articolo di giornale online spetta solo se viene fatta un’esplicita domanda. In altri termini non compete al gestore del sito internet provvedere alla cancellazione, alla deindicizzazione o all’aggiornamento di un articolo di stampa, a suo tempo legittimamente pubblicato, anche se relativo a fatti risalenti nel tempo, se non c’è una richiesta dell’interessato. 

Tale precisazione, operata proprio di recente dalla Cassazione [1], chiarisce ancora meglio come funziona il diritto all’oblio e come fare per rimuovere un link da Google, con cancellazione dei propri dati da internet.

La diffusione delle informazioni online ha reso la rimozione degli articoli di giornale online un problema di crescente importanza. A differenza dei giornali tradizionali che andavano presto al macero, le notizie pubblicate sul web rimangono accessibili a tempo indeterminato, a meno che non ci sia un intervento umano per rimuoverle. Questo può creare problemi per la reputazione online di un individuo, poiché vecchie notizie obsolete possono continuare a essere visualizzate dai motori di ricerca e dai lettori. Con conseguente danno all’immagine.

Per questo motivo, in questo articolo spiegheremo come esercitare il proprio diritto all’oblio e come chiedere la rimozione o la deinidicizzazione di notizie obsolete dai siti web dei giornali e dai motori di ricerca come Google. Il tutto in modo gratuito. Ma procediamo con ordine.

Quando spetta il diritto all’oblio?

Chiariamo subito che il diritto all’oblio non spetta sempre. Esso può essere esercitato solo in caso di notizie “indicizzate”, quelle cioè che compaiono sui motori di ricerca digitando il nome dell’interessato. 

Ad esempio, se digitando su Google il mio nome compare un vecchio articolo che mi menziona, indipendentemente dal fatto che esso sia corretto nella sua forma espositiva e presenti notizie vere, ho diritto a chiederne la cancellazione.

Quanto invece agli articoli presenti negli archivi interni dei giornali online, reperibili non già tramite Google, Bing o altri motori di ricerca, ma solo con accesso diretto al sito internet in questione (ad esempio digitando la parole chiave nell’apposita stringa di ricerca), la loro pubblicazione è legittima e non deve essere per forza cancellata. Il giornale infatti può conservare una propria “memoria storica”, anche se accessibile a tutti e in forma gratuita. L’importante è che le pagine web non più attuali siano deindicizzate: ossia non siano accessibili tramite motori di ricerca. 

Quindi se, digitando su Google il mio nome, non compare alcun link a un giornale, ma risulta comunque che quest’ultimo abbia, al proprio interno, una notizia che mi menziona, non posso esercitare il diritto all’oblio. 

In questo secondo caso, resta comunque fermo l’obbligo per il titolare della testata giornalistica di pubblicare solo notizie vere e aggiornate. Quindi, è diritto del cittadino chiedere, ad esempio, che l’articolo relativo ad alcune indagini svolte dalla Procura della Repubblica, riporti anche la notizia dell’archiviazione o quello relativo alla condanna in primo grado venga aggiornato con la successiva assoluzione in secondo. 

In cosa consiste il diritto all’oblio?

Il diritto all’oblio consiste nella possibilità di esigere la cancellazione o la deinidicizzazione delle notizie di giornale non più attuali, anche se attinenti a fatti veritieri, a condanne penali o ad altre notizie di interesse pubblico. 

Il cittadino ha infatti diritto a essere dimenticato anche quando abbia scontato la condanna relativa a un reato. E ciò perché la Costituzione sancisce la funzione rieducativa della pena ai fini del reinserimento del reo nella società: reinserimento che sarebbe altrimenti impossibile nel caso in cui tutti possano accedere, in qualsiasi momento, al passato di una persona. 

L’interessato quindi deve rivolgersi innanzitutto al titolare del giornale online e manifestare l’intenzione di voler esercitare il diritto all’oblio. 

Dinanzi a tale richiesta, il titolare del giornale può optare tra tre soluzioni: 

  • cancellare completamente la pagina web su cui risulta il nome del richiedente;
  • deindicizzare la pagina in questione, ossia fare in modo che questa non venga “pescata” da Google e dagli altri motori di ricerca (tale attività si risolve in un intervento informatico);
  • eliminare il nome del richiedente dalla pagina in questione.

Quanto alla deindicizzazione, una volta operata, è necessario attendere qualche giorno affinché la memoria di Google (la cosiddetta cache) si aggiorni. Dunque è verosimile che, nei giorni successivi, il link appaia ancora tra i risultati del motore di ricerca per poi scomparire dopo una o due settimane.

Come si esercita il diritto all’oblio

Abbiamo detto che non esiste un dovere generale del giornale di cancellare vecchie notizie se non gli viene prima formulata la domanda da parte dell’interessato. E questi quindi che si deve attivare per esercitare il diritto all’oblio. In che modo? Innanzitutto facendo una ricerca su Google e sugli altri motori di ricerca per vedere se il proprio nome risulta tra i link indicizzati. In tal caso, questi dovrà accedere nelle pagine dei singoli giornali, individuare la mail del direttore responsabile o della redazione e presentare una richiesta di cancellazione o deindicizzazione della notizia obsoleta.

Spesso, i siti web hanno una sezione dedicata alla privacy dove è possibile inviare una richiesta di rimozione di informazioni personali o di notizie obsolete. 

La richiesta non comporta né formalità, né tecnicismi, né è necessario avvalersi di avvocati o consulenti di sorta. Di conseguenza non genera alcun costo aggiuntivo: essa è completamente gratuita. Proprio per questo motivo è illegittima la pretesa di un rimborso per le spese informatiche sostenute dal titolare del giornale. 

Quando una notizia si considera obsoleta?

Non esiste alcuna norma che stabilisca quando una notizia è vecchia e vada cancellata o deindicizzata. Tuttavia la giurisprudenza si orienta in genere nel ritenere due anni un tempo più che sufficiente per garantire il diritto di cronaca contemperandolo con le esigenze di privacy del cittadino. Pertanto dopo due anni è possibile esercitare il diritto all’oblio. Come anticipato anche prima è possibile chiedere l’aggiornamento della notizia se questa risulta non veritiera o non completa.

Cosa fare se il titolare del giornale non garantisce il diritto all’oblio?

Se, dinanzi alla richiesta dell’interessato, il titolare del giornale non risponde o non provvede per come la legge gli impone, è possibile agire su diversi fronti.

Innanzitutto è possibile presentare a Google una richiesta di deindicizzazione della pagina. Secondo infatti la Corte di Giustizia dell’Unione Europea, il motore di ricerca è corresponsabile, insieme alla testata giornalistica, per l’indicizzazione di notizie obsolete.

In secondo luogo è possibile presentare un ricorso al Garante della Privacy, anche senza bisogno di avvocati. Nel ricorso, che si presenta online accedendo alla pagina web dell’Autorità, bisognerà indicare il link obsoleto. 

In terzo luogo è possibile agire tramite una causa civile contro il giornale e chiedere non solo la cancellazione o la deindicizzazione della pagina ma anche il risarcimento del danno. A tal fine però è necessario avvalersi di un avvocato. 

 
Pubblicato : 8 Marzo 2023 10:45