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È legale scrivere una tesi con l’intelligenza artificiale?

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(@mariano-acquaviva)
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È valida la laurea conseguita con una tesi scritta da una macchina come ChatGPT? C’è il rischio di commettere reato?

I racconti di fantascienza di Asimov sono oramai realtà: le macchine si muovono, parlano e sono in grado di ragionare (quasi) come un essere umano. I sorprendenti sviluppi tecnologici consentono oggi di avvalersi di dispositivi in grado di interagire con le persone, rispondendo alle domande che vengono loro poste. Si pensi al televisore smart che seleziona i programmi su richiesta, oppure allo smartphone in grado di obbedire ai comandi vocali. È in questa cornice che si inserisce la seguente domanda: è legale scrivere una tesi con l’intelligenza artificiale?

Va subito detto che sul punto non ci sono unanimità di vedute: le leggi in vigore, infatti, non prevedevano la possibilità che le macchine si sostituissero alle persone nel compimento di opere che, generalmente, sono attribuite esclusivamente all’ingegno umano.

La domanda si pone oggi più prepotentemente che mai, visto che l’avvento di strumenti come ChatGPT hanno sdoganato la possibilità di avvalersi di un assistente virtuale per il compimento dei più svariati compiti. Ma torniamo al nostro quesito di fondo: è legale scrivere una tesi con l’intelligenza artificiale? Scopriamolo.

Che cos’è l’intelligenza artificiale?

Per intelligenza artificiale (I.A.) si intende l’abilità di una macchina di mostrare capacità umane quali il ragionamento, l’apprendimento e la creatività. Ne sono un tipico esempio gli assistenti vocali Google, Alexa e Siri, fino ad arrivare al sorprendente ChatGPT.

In altre parole, l’intelligenza artificiale consente a un dispositivo meccanico (computer, ecc.) di interagire con le persone simulando capacità che sono tipiche degli esseri umani.

È il caso dello smartphone, del tablet o del televisore in grado di eseguire i comandi impartiti (effettuare una telefonata, registrare una conversazione, cambiare canale, ecc.).

Le nuove frontiere della tecnologia hanno fatto sì che l’intelligenza artificiale possa anche sostituirsi elle persone nel comporre un’opera, come ad esempio una canzone o, appunto, una tesi di laurea.

È legale farsi scrivere una tesi da un’altra persona?

Farsi scrivere una tesi di laurea da un’altra persona costituisce reato. Per la precisione, la legge punisce con la reclusione da tre mesi a un anno sia il candidato che presenta una tesi spacciandola per propria, sia chi ha materialmente scritto il lavoro.

La pena è aumentata se l’intento è conseguito e se l’attività del “ghostwriter” è fatta col fine di lucro ed è abituale [1].

Insomma, il candidato che si presenta alla seduta di laurea con la tesi preparata da qualcun altro incorre in reato, oltre alla possibilità che il titolo accademico gli venga annullato o revocato.

Lo scopo della norma è di tutelare la genuinità della tesi, al fine di garantire la corretta valutazione del candidato.

Ovviamente, commette reato anche chi copia il lavoro di altri: in questo caso si incorrerebbe in un vero e proprio plagio.

È legale farsi scrivere una tesi dall’intelligenza artificiale?

Veniamo ora al punto cruciale dell’intero articolo: è legale scrivere una tesi di laurea con l’intelligenza artificiale?

Come detto in precedenza, le attuali capacità dell’I.A. consentono alla macchina di creare elaborati originali traendo spunto dall’input che le viene dato.

Ad esempio, ChatGPT è in grado di aiutare gli studenti con i compiti a casa, potendo scrivere temi e risolvere equazioni (ne abbiamo parlato nell’articolo dal titolo Che si rischia a fare un compito con ChatGPT?).

L’intelligenza artificiale sarebbe quindi in grado di scrivere una tesi di laurea (o parte di essa). Questa condotta è legale?

Il problema è capire se la norma vista nel precedente paragrafo (cioè, quella che vieta di presentare l’elaborato altrui) possa estendersi anche all’intelligenza artificiale. Una macchina può essere equiparata a un uomo?

A parere di chi scrive, il candidato che presenta una tesi scritta dall’intelligenza artificiale (ChatGPT, ecc.) è punibile allo stesso modo di chi presenta come propri gli scritti di un’altra persona: si tratta pertanto di reato.

La norma di legge, infatti, intende tutelare l’originalità delle opere dell’ingegno e, al contempo, la corretta valutazione del lavoro del laureando, il quale deve essere valutato, durante la seduta, per ciò che ha scritto.

Da tanto deriva che spacciare come originale l’opera scritta dall’intelligenza artificiale sarebbe reato, con conseguente applicazione della reclusione da tre mesi a un anno.

Non è ovviamente punibile l’autore della tesi, in quanto si tratta di una macchina (per quanto intelligente possa essere).

A queste conseguenze penali si aggiungono quelle amministrative, come ad esempio la revoca del titolo accademico e le altre eventualmente previste dai singoli atenei.

 
Pubblicato : 21 Agosto 2023 12:45