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Cosa succede se non pago l’avvocato della controparte?

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(@angelo-greco)
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Conseguenze legali ed economiche per chi perde una causa e viene condannato alle spese processuali ma non paga l’avvocato dell’avversario. 

Nel momento in cui il giudice emette la sentenza decide anche sulle spese legali, stabilendo quale parte debba sostenerle ed, eventualmente, rimborsare quelle già anticipate dall’avversario. A questo punto sorge una domanda: cosa succede se non si paga l’avvocato della controparte? Quali sono le conseguenze legali e a cosa si fa incontro? C’è il rischio che questi pignori il conto in banca, lo stipendio, la pensione, la stessa casa?

In questo articolo, esploreremo le possibili conseguenze legali e finanziarie di tale situazione, utilizzando un linguaggio semplice e chiaro per facilitare la comprensione.

Che valore ha la sentenza che condanna alle spese legali?

La sentenza che definisce la causa e condanna una parte alle spese legali è, tecnicamente, un “titolo esecutivo”. Questo termine sta a significa che tale documento, se portato dinanzi a un ufficiale giudiziario, può determinare da solo l’avvio di un procedimento di esecuzione forzata. Detto in parole povere, il creditore che abbia ottenuto la condanna della controparte al rimborso delle spese legali, se non ottiene quanto previsto dal giudice, può avviare un pignoramento.

Cosa succede se non pago l’avversario di controparte?

Abbiamo appena detto che chi non paga le spese legali a seguito della condanna del giudice rischia il pignoramento dei propri beni. Rinviando a un momento successivo l’elencazione dei beni pignorabili, soffermiamoci ora sulla procedura.

La prima cosa che deve fare l’avvocato di controparte è la notifica della sentenza alla parte soccombente.

La stessa sentenza viene anche notificata all’avvocato di quest’ultima ma tale notifica non serve per richiedere il pagamento delle spese legali ma solo per far decorrere i termini per l’appello (30 giorni) o, se il giudizio in questione era già di appello, per il ricorso in Cassazione (60 giorni).

Una volta notificata la sentenza, è presumibile che l’avvocato invii una lettera di diffida alla parte sollecitandola a pagare le spese legali ed emettendo un avviso di parcella. A dire il vero tale fase non è necessaria. Il creditore infatti potrebbe limitarsi ad avere un contatto con il collega di controparte (a cui potrebbe anche inviare una PEC) per conoscere le intenzioni del proprio cliente.

A questo punto, il passo successivo è la notifica dell’atto di precetto che, come la sentenza, deve essere fatta alla parte debitrice personalmente (non quindi al suo avvocato).

L’atto di precetto è una sorta di “ultimo avviso” con cui si dà al debitore il termine di 10 giorni per pagare. Attenzione però: l’atto di precetto implica un ulteriore aggravio di spese poiché l’avvocato, oltre alle somme liquidate con la sentenza del giudice, è autorizzato a imputare al debitore anche le ulteriori spese legali per il precetto stesso L’importo così sale.

L’atto di precetto è il primo passo in un processo di recupero crediti e ha lo scopo di mettere ufficialmente il debitore in mora, cioè di dichiarare formalmente che il pagamento è dovuto e che è necessario effettuarlo entro il termine di 10 giorni per evitare ulteriori azioni legali.

Ma che succede se, dopo il precetto, il creditore non agisce? L’atto di precetto ha un’efficacia di 90 giorni: entro tale termine il creditore deve avviare il pignoramento. Se non lo fa, l’atto di precetto “decade” (tecnicamente si dice che “va perento”). Questo però non significa che il creditore perde il suo credito: egli potrà – anzi dovrà – notificare un nuovo atto di precetto ripetendo tutta la procedura appena vista.

Che succede infine se il debitore non paga neanche dopo l’atto di precetto? L’avvocato passa al pignoramento dei suoi beni.

Quali beni si possono pignorare se non si pagano le spese legali?

L’individuazione dei beni pignorabili del debitore che non ottempera all’obbligo di pagamento delle spese legali è rimessa all’avvocato del creditore. Questi può fare istanza al Presidente del Tribunaleper chiedere l’autorizzazione ad accedere alla cosiddetta Anagrafe tributaria, un database dell’Agenzia delle Entrate ove sono indicati i redditi e i conti correnti di ciascun cittadino. In tal modo egli può andare a colpo sicuro e localizzare i beni pignorabili.

Il creditore può ad esempio pignorare:

  • la casa del debitore (anche se si tratta della prima casa) previa eventuale iscrizione di ipoteca (il pignoramento è consentito anche per crediti esigui);
  • il conto corrente;
  • il quinto dello stipendio o della pensione;
  • eventuali canoni di locazione;
  • arredi presenti nella casa (cosiddetto pignoramento mobiliare).

Per quanto riguarda la pensione, il pignoramento del quinto può essere fatto solo sull’importo netto della pensione a cui si stato prima sottratto il cosiddetto “minimo vitale”, una somma pari al doppio della misura annuale dell’assegno sociale.

Il pignoramento del conto corrente, se si tratta di quello ove viene accreditato lo stipendio o la pensione, può avvenire solo per la parte che eccede il triplo dell’assegno sociale; se quindi la somma depositata è inferiore a tale importo, non è possibile pignorare il deposito ma saranno pignorabili (sempre nella misura di un quinto) i successivi accrediti mensili.

Come posso gestire una richiesta di pagamento?

È fondamentale affrontare con attenzione qualsiasi richiesta di pagamento. Contattate il vostro avvocato per discutere le opzioni disponibili, che possono includere negoziazioni per ridurre l’importo o piani di pagamento.

È possibile trovare un accordo con la controparte, ad esempio barattare uno sconto sul credito in cambio della rinuncia all’eventuale impugnazione della sentenza o al pagamento immediato della somma.

Che fare se si è in difficoltà finanziarie?

Chi è nullatenente o non ha comunque beni pignorabili (non è titolare di conti, stipendi, case, auto) non rischia nulla nel caso in cui non paghi le spese legali. È verosimile che l’avvocato di controparte, dopo un primo tentativo (anche di pignoramento mobiliare) abbandoni ogni azione esecutiva.

Se vi trovate in difficoltà finanziarie, è comunque importante comunicare la situazione all’avvocato della controparte. Potreste essere in grado di negoziare un accordo o un piano di pagamento più gestibile.

 
Pubblicato : 15 Gennaio 2024 16:45